CONCEPIRE

“Questa cosa non la concepisco!!!” A volte ricorriamo a questa esclamazione per sottolineare qualcosa che ci è accaduto e che non riusciamo, in nessun modo, a inquadrare, a darci un senso. Il verbo concepire, infatti, ha la duplice valenza di accogliere una vita che nasce e generare un pensiero carico di significato. Cosa accade quando, improvvisamente, la vita che nasce irrompe nella nostra esistenza? Come reagiamo quando il nuovo e l’inatteso ci costringono o a fare i conti con le nostre scelte? Per ragionarci su, dal film “Juno” del 2007 seguiamo le vicende di una sedicenne americana che si vede costretta a comunicare ai propri genitori l’incombente gravidanza:

Juno, come tante adolescenti, è travolta dalle conseguenze di scelte non superficiali ma, comunque, non ponderate. Concepire una vita, pensare un pensiero, non è uno scherzo, “non c’è nulla di ridere, è cosa dura”. E spesso sono gli sbagli a prevalere e a segnarci. Non ce la sentiamo di accusare la ragazzina di avere affrontato con troppa leggerezza la sua vita, spesso anche la nostra è travolta da eventi negativi e da scelte stonate. Juno non fa eccezione e mentre il papà cerca un “colpevole”, qualcuno a cui attribuire, e delegare, ogni responsabilità e la matrigna, invece, concepisce la gravidanza quasi come una malattia da curare con medici e vitamine, lei cerca di vivere fino in fondo l’esperienza che la sta caratterizzando. In un dialogo intimo col suo papà, che, evidentemente, la adora, Juno si domanda esplicitamente: “Ma io, che tipo sono?” – “Quello che mi è accaduto, è colpa mia?”

E mentre Juno si rende conto che tutto, di sé, la riconduce a qualcuno da amare, qualcuno “con cui vale la pena stare”, in lei cresce qualcosa di importante, un pensiero assume una carne, delle membra. Un concetto prende carne, un “verbo”, una parola, diventa un corpo (come direbbe il Vangelo secondo Giovanni).


Di fronte all’esperienza dell’adolescente statunitense la domanda che ci segna è molto densa: quali sono i passi da compiere per concepire una vita? Cosa accade quando qualcuno mi pensa? Perché concepire una vita, spesso, coincide con il pensare un concetto pesante, carico di conseguenze? E perché, invece, troppo spesso si sparano sciocchezze? I nostri pensieri prendono mai forma? Quale?