STAGE
Siamo ancora in mezzo ai Lestrigoni. Il filosofo inglese del ‘600 Thomas Hobbes sosteneva che gli uomini, in quanto esseri intelligenti e razionali, posseggono tutti una caratteristica imprescindibile: la crudeltà. Scriveva: “Homo homini lupus” che, tradotto dal latino, significa: ogni uomo è una belva feroce per gli altri uomini, ognuno di noi è pronto a mangiarsi vivo gli altri, chiunque rientri nei nostri piani di affermazione di noi stessi. Leggiamo un breve passo dalla celebre opera “Il Leviatano” in cui Hobbes dichiara che tutti gli uomini desiderano solo una cosa per sé: il potere. C’è solo un mostro terribile che possa addomesticare tanta efferatezza, un potere più grande ed efficace, lo Stato con le sue Leggi, il sovrano, che trasforma i cittadini in sudditi. Ma, esistono ancora oggi i cannibali o sono solo la memoria remota di qualche ricerca antropologica? Nel celeberrimo romanzo di Emilio Salgari “Sandokan” si leggevano le avventure e i misfatti dei terribili Dayaki, i tagliatori di teste del Borneo. Esistono ancora oggi questi cacciatori implacabili? Le tagliano ancora le teste alla gente? Ascoltiamo una vecchia canzone di Samuele Bersani, si intitola “Chicco e Spillo”, del 1992, è un piccolo racconto in cui seguiamo le vicende di due ragazzini di periferia, un po’ come in certi quartieri delle nostre città, vorrebbero una vita diversa, vorrebbero una vita piena ma la società, la città, non regala loro nulla, neanche una chance, se li mangia, e li sputa.
Un po’ come quello che accade a Chris Gardner, nel film tratto da una vicenda realmente accaduta intitolato “La ricerca della felicità”, il quale vorrebbe un lavoro migliore che vendere materiale medico per mantenere se stesso e il proprio bambino, vorrebbe fare il broker finanziario per conto di una prestigiosa azienda americana di S.Francisco e, pur di essere ammesso, è disposto a fare di tutto, anche lavorare gratis, uno stage non remunerato per non restare più chiuso, col proprio bimbo, nel cesso pubblico di una metropolitana.
Ci sono ancora i cannibali nel nostro tempo, qualche volta si fanno uno spuntino con le nostre carni, come scrive in una delle sue poesie uno dei nostri del laboratorio, qualche volta anche noi stessi ci divoriamo, altre volte, ricordano i ragazzi del laboratorio, sono i bulli, che occultano la loro debolezza dietro la loro violenza, oppure tutti quelli che rivestono un ruolo istituzionale e si sentono potenti, forse anche un prof. Anche il tempo ci divora, come il coccodrillo di “Peter Pan”, e anche la nostra famiglia fatta di genitori e fratelli e sorelle potrebbe rivelarsi azzannatrice: “ti mangerei tutto/a”, “mio figlio/a è roba mia!”. E se una famiglia può diventare opprimente, figuriamoci una Stato e una Società con le loro leggi, sudditi e non cittadini consapevoli.
SPUNTINO MORTALE
Una testa vuota
cerca qualcosa
da mangiare
divorata
dalla noia
la cucina è ormai chiusa,
e l’unica cosa
che usa
perché si nutra
è se stessa
materia grigia lessa,
un po’ di olio e sale
e qualche pillola per il male
la ricetta
perfetta
della noia
a piccoli bocconi
mastica e ingoia,
qualunque cosa trovi
va giù per la gola
non resta più niente
di quella mente
affamata:
si è ammazzata
golosamente