05 – Perché il 9 Maggio?
Il laboratorio di cittadinanza si riveste di interattività: gli studenti, nel più classico dei giochi a quiz, devono oggi muoversi tra domande a trabocchetto, bivi e soluzioni apparentemente facili per scoprire il percorso che ha portato alla Dichiarazione del 9 Maggio 1950.
Scopriamo così l’idea di Unione Europea che aveva Schuman, come insieme di cerchi concentrici che si completano l’un l’altro: “All’interno dell’Europa ci saranno dei piccoli e dei grandi, ma dentro la Comunità dei popoli europei, piccoli e grandi avranno gli stessi diritti e gli stessi doveri”.
Qualunque sia lo scenario, resta comunque il problema della Germania.
Ecco allora l’inaspettato personaggio, Jean Monnet, che con la sua esperienza internazionale e il suo ruolo di funzionario può garantirsi una maggiore libertà di movimento, pur condividendo l’orizzonte di Schuman. Nasce l’idea della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio: le basi di una nuova collaborazione per condividere i materiali chiave dell’industria energetica e degli armamenti, sotto la guida di un nuovo ente un’Alta Autorità, organismo non composto da personalità politiche.
Il 28 aprile Monnet consegna una nota al comune collaboratore Bernard Clappier, il quale raggiunge Schuman alla stazione dei treni, in partenza per la casa di Scy-Chazelles dove avrebbe trascorso il fine settimana. Era un luogo speciale per Schuman, al quale si sentiva molto legato ed ispirato.
Rientrato a Parigi, il 1 maggio dice semplicemente “c’est oui!” e – due giorni più tardi – convoca Monnet e il suo staff per una riunione di progettazione. Resta la preoccupazione per la reazione del Governo tedesco.
L’8 maggio Schuman invia il suo collaboratore Mischlich direttamente a Bonn, da Adenauer che lo riceve il giorno dopo, 9 maggio, alle ore 10:00.
Alle 11, Adenauer ricompare e comunica a Mischlich: “Ho letto il documento: pone la pietra angolare nell’unificazione delle imprese e ridona la dignità al mio paese. Sono pienamente d’accordo!”
Ore 11:45, Mischilich chiama Clappier che comunica l’accaduto a Schuman.
Ore 12:00, Schuman prende la parola, avendo atteso appositamente per approfittare della stanchezza e della vicinanza del pranzo. In modo vago, avanza l’idea di una collaborazione con la Germania, di cui non mostra il piano. Intervengono subito Mayer e Pleven appoggiando con forza l’idea, un’occasione unica: nessuno vi si oppone e la proposta è approvata!
Alle ore 18:00 Schuman convoca oltre 200 giornalisti e gli ambasciatori nel grande Salone dell’Orologio del Quai d’Orsay per una dichiarazione “urgente, importante, storica”, dimenticandosi però i fotografi: la foto è un falso storico!
Il testo è integralmente consultabile qui.
Nel gennaio del 1953 Schuman si dimette da Ministro degli Affari Esteri iniziando un lungo pellegrinaggio per sensibilizzare i cittadini dei paesi europei, per raccontare la propria esperienza. Già da allora, comincia ad essere chiamato “père de l’Europe”.
Il 4 settembre 1963, alle ore 9:30, dopo aver combattuto a lungo la malattia, si spegne nella sua camera di Scy-Chazelles con queste parole: “grazie…arrivederci”.
Il 9 giugno 1990 inizia il processo per la causa di beatificazione, per le capacità da lui dimostrate nell’incarnare la Parola e le virtù cristiane nella quotidianità.
Lo vogliamo ricordare così: “Ho la ferma fiducia che l’unificazione dell’Europa non potrà più essere fermata, nonostante i dubbi e le ostilità che potranno impedire il suo progresso”.