04 – Perché la Germania?
L’attività inizia e ci troviamo subito in medias res: gli studenti, molto coinvolti, partono in sordina, per studiare la delegazione straniera ma senza mostrare alcun punto di debolezza. I primi ministri si consultano spesso con i loro collaboratori per trovare la via migliore di giungere al proprio interesse. La trattativa è lunga, a tratti estenuante e a volte sembra giungere ad un punto morto, ma ecco i guizzi diplomatici che permettono di rimettere in moto la macchina del compromesso che, infine, si raggiunge: Saar e Ruhr di proprietà francese, saranno in prestito alla Germania che le utilizzerà fino a ripagare il debito nei confronti della Francia.
Ma nella realtà, come sono andate le cose?
Era dunque arrivato il momento per costruire l’Europa, ma…come? Robert Schuman era ancora attanagliato da questa domanda: non bastavano più le negoziazioni, servivano trattati per creare istituzioni sovranazionali. Occorreva mantenersi liberi e indipendenti tanto dagli Stati Uniti d’America quanto dall’Unione Sovietica: “è giunta l’occasione per aiutare la Germania, tenderle la mano amichevolmente per farle posto tra i paesi europei” disse Schuman. Ed ecco il secondo canale: Konrad Adenauer.
La parola d’ordine era “integrazione”, ma come tradurla concretamente in un simile contesto storico? Occorreva arginare l’odio e lo spirito di vendetta che – da secoli – albergavano nei cittadini. Lo stesso filosofo Leibniz sosteneva che “il segreto di tutto la diplomazia è riuscire a vedere la realtà dal punto di vista dell’altro”. Un esercizio cui Schuman sapeva ben applicarsi.
Si costruirono così due momenti per incontrare Adenauer: il primo, a Coblenza, del quale Schuman disse “Adenauer mi ha parlato di un’idea di unione economica permanente tra Francia e Germania”. Una conquista non da poco! Successivamente, nel gennaio del 1950, il Primo ministro francese si recò in visita in Germania dove – nonostante alcuni momenti di tensione – venne accolto a Berlino da lunghi applausi e alte grida di gioia dei cittadini, insieme al collega Adenauer.
Insomma, perché la Germania? Perché era il nemico di sempre, perché finora c’era stato spazio solo all’odio e alla diffidenza, perché il futuro non poteva essere altro che diverso dal passato, perché senza la Germania non si poteva far ripartire l’intero continente, perché – come dice un proverbio tedesco – “laddove esiste una volontà, lì c’è una via”.