03 – Perché una politica di cooperazione?

L’incontro odierno è qualcosa di diverso dal solito, unisce infatti il passato con il presente.citt3 dx

Gli studenti affrontano un classico gioco in stile “memory” per poter raccogliere una serie di informazioni utili alla seconda parte del laboratorio. Scopriamo così che:

– Schuman ha detto “l’azione dello Stato e della Chiesa dovevano completarsi, ma non contrastarsi o confondersi”;

– è stato prigioniero dei nazisti dal 14.9.1940 al 1.8.1942, periodo da lui stesso definito come la “grand carême”, la grande quaresima vissuta dai monaci;

– Schuman è stato nominato Primo ministro il 22.11.1947 e il suo motto “parler net et agir vite”, vale a dire: parlare chiaramente e agire velocemente. Nel suo Governo hanno trovato posto la prima donna ministro, Germaine Poinso-Chapuis, e François Mitterand (futuro Presidente dal 1981 al 1995);

– il quel periodo, è stato definito dal Times “il più tipico naso francese”;

– durante il periodo caratterizzato dall’ European Recovery Program (più conosciuto come Piano Marshall), Schuman ha avuto modo ancora una volta di dimostrare tutta la sua profondità di uomo e di politico. Quando Mario Ferrari Aggradi, responsabile italiano, gli fece notare che i francesi avevano ottenuto alcuni aiuti economici non previsti, Schuman gli rispose: “l’importante è guardare avanti verso le cose essenziali della nostra collaborazione e ciò proprio come europei e come assertori di concordia e di progresso”;

– il 16.4.1948 è stato firmato il trattato OECE, Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea: l’obiettivo era una stretta cooperazione nelle relazioni economiche e definizione di un programma di comune ripresa;

– alla fine del 1949 Dean Acheson, Segretario di Stato Americano ha fatto pressione a Schuman per risolvere la “questione tedesca”, rivolgendosi a lui personalmente. Sono così iniziati i contatti con Konrad Adenauer;

– Adenauer, Sindaco di Colonia, si era già rifiutato di esporre le bandiere naziste alla prima visita di Hitler in città: ciò ne aveva comportato l’arresto (una seconda volta in futuro) e il sequestro di tutti i beni;

– nel frattempo Schuman si era circondato di pochi ma stretti e fidati collaboratori: Robert Rochefort, Rodolphe Metzdorf, Bernard Clappier, Jacques de Bourbon-Busset;

– Schuman continuava a restare celibe: scherzando aveva detto “una donna porta gelosia, ma anche la politica fa altrettanto”. Facendosi serio aveva aggiunto: “il vero uomo di Stato non può avere una vita privata, deve appartenere completamente al suo Paese, per conciliare in una delicata sintesi, sacro e profano”;

– la “questione tedesca” cominciava ad impensierire molto Schuman: per i rapporti con la Germania, Schuman sognava una “communautè de destin” franco-tedesca, cioè far rientrare la Germania nel concerto delle nazioni europee su di un livello di uguaglianza politica, economica e sociale;

– la domanda più ovvia era anche quella più difficile: come legare Francia e Germania? Con un progetto di sopranazionalità che rendesse il continente libero e indipendente di fronte a USA e URSS.

Grazie a queste informazioni, contenute nelle carte del gioco, gli studenti divisi in due squadre  hanno affrontato la seconda parte: un gioco interattivo a quiz che, tramite l’utilizzo della lim, ha permesso loro di vincere molti punti e soprattutto trovare la risposta alla domanda di oggi.

Perché una politica di cooperazione?

Perché tutti i tentativi precedenti erano sfociati in guerre, perché era l’unico modo di rimettere la Germania su di un piano di parità con gli altri Stati, perché l’egoismo dei decenni precedenti aveva portato solo morte e distruzione, perché il futuro erano la coesione e l’unione dei popoli.

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