SONO VIV* QUANDO
Siamo ad un punto di svolta. Dopo sei incontri possiamo affermare che, filosoficamente parlando, la vita non coincide con la semplice proliferazione delle cellule. Certo, la vita è anche biologia ma al laboratorio abbiamo cercato di dare una risposta che andasse più in profondità. Possiamo dire che vita significa fondamentalmente un “prendersi cura”, generare non è solo mettere al mondo, far venire alla luce, ma, che si tratti di esseri viventi o di pensieri, significa proteggere, favorire, far crescere, avere a cuore, offrire la possibilità di essere.
È per questo che, oggi, la domanda rivolta ad ogni membro del laboratorio propone, quasi, una richiesta sfacciata: “SONO VIV* QUANDO . . .” Ognuno è chiamato a completare questa semplice ma impegnativa asserzione in forma scritta, attraverso un bigliettino.
Leggiamo insieme i risultati. Per quanto, come è giusto che sia, l’originalità di tutti emerga da questo piccolo sondaggio, sono principalmente sei i temi che emergono dalle riflessioni: la prima, ci sentiamo vivi quando possiamo esprimere noi stessi, quando possiamo comprendere e dare espressione alla nostra personalità, in un mondo, aggiunge il prof, che spesso ci chiede di recitare dei ruoli, di impersonare una parte che soddisfi le aspettative di qualcun altro; la seconda, l’essere vivi è connesso col fare qualcosa, ballare, sciare, cantare, giocare; vivere è esprimersi in qualcosa di concreto, fattivo, fosse anche solo una passeggiata; la terza sottolinea che ci sentiamo vivi quando ci emozioniamo, non in maniera casuale e indefinita ma secondo quella che potremmo definire una ortopatia o quella che in psicologia si chiama “intelligenza emotiva”, un’emozione che “sentiamo”, e a cui diamo un nome perché la riconosciamo, ci fa “sentire” vivi; la quarta dimensione della vita che è stata declinata è quella connessa al desiderio; mi sento vivo quando posso dare peso ai miei desideri, quando questi trovano appagamento; il quinto motivo ad emergere è che ci sentiamo vivi quando pensiamo, (e qui il prof ha un moto d’orgoglio) ovvero quando rielaboriamo tutti gli stimoli che interpellano la nostra capacità critica, la nostra intelligenza; in ultima analisi, alcuni invece hanno scritto, quasi in opposizione all’affermazione precedente, che si sentono vivi quando si percepiscono leggeri, senza pensieri, come certe nuvole che solcano il cielo e che non hanno una meta se non quella di vagare.
L’indagine, certamente non finisce qui, certo che la vita ci affascina sia nel suo peso che nella sua leggerezza. Il confronto col senso profondo ci porta a riflettere anche sulla dimensione opposta al vivere, la morte. Che non è quella cosa triste da rimuovere e di cui è bene non parlare, come fosse un tabù, come fosse un terreno troppo scivoloso su cui inoltrarsi. Non è un caso che l’ultimo film prodotto da Disney – Pixar, “Coco” metta al centro dell’attenzione quella che in Messico si chiama la festa “de los muertos”. Da qui partiremo per il prossimo viaggio: